martedì 27 dicembre 2011

La cognizione del mio dolore.

Perdonatemi, questo sarà un post autoreferenziale. Si parlerà sempre di lavoro e della merda che gravita intorno ad esso, ma racconterò una mia esperienza. Una cosa successa qualche settimana fa che sto iniziando forse a digerire in questi giorni, mentre nuove e ansiogene preoccupazioni si affacciano all'orizzonte. La cosa mi riguarda personalmente ed in questo contesto costa un po' fatica parlare di me; in genere sono io a chiedere agli altri di raccontarsi. Scriverne significherà mettere nero su bianco la cognizione del mio dolore, come da titolo. E affrontarla a viso aperto.

Ho rifiutato un'offerta di stage. Era la prima offerta di stage della mia vita.
Chi me l'ha proposta era una persona realmente esistente e non avrei dovuto superare nessuna selezione. Lo stage era lì, pronto ad offrirsi a me. Uno stage come addetta stampa, che non sarà il massimo ma almeno riguarda almeno parzialmente il mio ambito di competenza, ossia il giornalismo.

Ho rinunciato perché non ci sarebbe stata remunerazione, ma un rimborso spese da 200 € e so che sicuramente molti di voi staranno pensando: "Magari esistessero più stage retribuiti". La logica del "sempre meglio di niente".
Ho rinunciato ai 200€ di rimborso spese perché quello che mi è stato proposto non mi è sembrato esattamente uno stage. Ed ho rinunciato perché avrei dovuto iniziarlo subito, lasciando il mio attuale lavoro senza preavviso, magari dicendo "eh mi hanno rapita gli alieni" e rinunciare così a buona parte dello stipendio (uno stipendio tutto sommato dignitoso) per 200€ al mese.

Quello che so degli stage è si chiamano stage e non lavoro perché si suppone che la stagista debba imparare un mestiere, seguire un progetto formativo e fare affidamento, per dubbi ed informazioni, su di un tutor. So anche che spesso si ricorre allo stage per fare lavorare gratis e a basso costo una persona.

Ci sto girando parecchio intorno. Allora, mi è stato proposto uno stage come addetta stampa, orario part-time e nessuna possibilità di inserimento nel breve periodo. Rimborso spese 200€. E fin qui. ok. Mi è stato spiegato che avrei dovuto iniziare subito perché la vecchia stagista stava per andare via e sarebbe stata lei a spiegarmi cosa fare e come prima di andarsene.

Aspetta. Una stagista che spiega cosa fare all'altra stagista. E poi? E poi c'è anche un co.co.co dall'aria contrita che però poverino ha un sacco da fare. E fra l'altro, siccome è andata via anche la segretaria e c'è proprio il rischio che in ufficio non rimanga nessuno in certi orari, ecco l'importante è che io vada lì dalle 12:30 alle 17:30 circa. Così se voglio arrotondare un po' (ma proprio un pizzico, eh), dato che 200€ sono davvero pochi, posso anche fare qualcosina d'altro, al posto della segretaria che è andata via. E la principale spesso è fuori per fare non so che di preciso (scusate, ma io quando i milanesi parlano velocemente o a bassa voce non riesco proprio a decifrare) per cui, in soldoni, mi troverei sola in ufficio a rispondere al telefono e ad organizzare le conferenze stampa per conto del loro grande cliente americano.

Probabilmente la perplessità che alberga nel mio animo e sul mio volto ha fatto sì che le sopracciglia adesso si trovino un po' troppo vicine all'attaccatura del capelli, che gli occhi siano più strabuzzati di quelli della Carfagna nella sua fase parlamentare e probabilmente chi mi siede di fronte se ne accorge e decide di venirmi incontro. Questa persona non è stata sgarbata o superficiale. Sembrava anzi un po' triste riguardo a tutta questa situazione. Insomma mi dice: "Senti, non lasciare il tuo lavoro. Prova a farti spostare gli orari in modo da essere libera nel pomeriggio. Lo so che 200€ non sono niente e non è giusto che tu debba rimetterci. Io ti posso solo offrire l'occasione di fare un'esperienza importante per il tuo curriculum ma non posso darti garanzie economiche".

E lì, rimango spiazzata. Come faccio a prendermela con te se non fai la stronza? Così mi fai sentire quasi in colpa, come se fosse un problema mio se tu non puoi pagarmi e cerchi di prendere due piccioni con una fava. Però insomma, è pur sempre un colloquio, io sono intimorita e sento una specie di cappa sul cuore perché ci sono rimasta di merda e allora taglio corto: "Onestamente non credo di poterlo fare, ma vorrei pensarci nelle prossime ore e darle una risposta sicura domani. Va bene?"

Va bene.
Ed esco fuori, l'aria è fredda e mi piace, salgo sul bus che passa subito e anche questo mi piace, poi prendo la metro in stazione centrale e dopo due fermate sono già arrivata e pure questo, mi piace un sacco. E nel frattempo ci penso, ci penso, ci penso. Ripercorro mentalmente ogni momento in cerca di un dettaglio rivelatore. Ma niente, non riesco a fare altro che avvilirmi. Per migliorare la situazione allora vado un po' su internet, andiamo a vedere come sta il mio blog.

Il mio blog.

Ecco il dettaglio. L'epifania. Nel mio curriculum, proprio sotto il mio numero di telefono, nella sezione "SONO UNA RAGAZZA MODERNA E CI HO REQUISITI SOCIAL" c'è il link a questo blog. Poco più sotto spiego anche di cosa parla e della mia attività da blogger. Mi sento un po' come un avvocato in cerca di gloria durante una brillante arringa.

"Ma può essere mai che una vede di cosa mi occupo, e mi viene a proporre uno stage/lavoro da 200€ al mese così in scioltezza?
...
...
...
Vuoi vedere che questa il curriculum nemmeno se l'è letto? Che per lei una vale l'altra, che insomma sta cercando disperatamente qualcuno e poco importa chi sia e cosa faccia, basta che stia lì a rispondere al telefono e che non la si debba pagare troppo?"

Eccola, la cognizione del mio dolore.

10 commenti:

  1. Quoto raziello. 200 euro non è un rimborso spese, è una presa in giro.

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  2. credo che la cognizione del tuo dolore sia anche nostra...

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  3. Hai fatto benissimo! Non capisco prorpio questa cosa del "rimborso spese": la mia spesa piú grande é l'affitto, 800 euro. A meno che non viene rimborsata, non é un "rimborso spese", ma come dice Neyven.com, una presa per il naso.

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  4. Tra l'altro, mi piacerebbe poter commentare col mio account Wordpress o con la combinazione nome+url, ma blogspot non me lo lascia fare. :-(

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  5. @Sasha: Credo che il problema fondamentale sia una scarsa cognizione del senso originario dello stage. Se lo stage fosse davvero un BREVE periodo di FORMAZIONE propedeutico all'ASSUNZIONE allora potrebbe starci anche un VERO rimborso spese, niente di simbolico e niente prese per il culo. Fino a quando 200€ ci sembreranno tanti non avremo mai proposte decenti.

    @Mounacis Gioniza: senz'altro. Ho raccontato una storia che ho vissuto sulla mia pelle e ho voluto omaggiare Gadda mettendo un tocco personale. :)

    @neyven: l'ennesima "pecca" di blogspot. :/ Mi spiace!

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  6. Hai scritto, nei tag, "posta utoreferenziale", volevi scrivere "utero"? :P

    Da incorniciare questa frase:
    "Una stagista che spiega cosa fare all'altra stagista".
    Ma se è un'attività importante, perchè non ha soldi???

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  7. @Danx: eh, ceccrisi (cit.)!

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  8. L'onnipresenza dei finti stage è solo un atro sistema di celare l'agonia, ma la catastrofe è così vicina che ci crede solo chi ci vuol credere

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  9. @Danx: ho semplicemente premuto la spacebar un secondo prima del dovuto. :)
    Comunque un'attività importante non ha certo due impiegati di cui una stagista (sempre retribuita con compensi da fame), si trattava di un piccolo ufficio ma non per questo sono disposta a lavorare per 200€ al mese.

    @Adriano: parole sante! Chissà se fra qualche anno spariranno almeno queste porcate? (E soprattutto, quali altre nuove porcate si inventeranno?)

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