mercoledì 9 gennaio 2013

Le parole sono importanti. Forse.




Salve a tutti, buon anno e via discorrendo. Scrivo questo post di getto perché nel giro di un paio di ore ho beccato due annunci lavorativi assolutamente deliranti. Non tanto per la proposta lavorativa in sé, ma per il modo in cui sono scritti. Qualcuno ha già parlato di quello che ho interpretato come "blocco dello scrittore" (a proposito, seguite anche quel blog: è scritto da una ragazza bella e brava, davvero - oh oh oh quanto so' simpatica) : si tratta di un fenomeno particolare che provoca l'inceppamento delle capacità logico-cognitive basilari nell'eventualità della compilazione di un annuncio lavorativo. Sfondoni, errori di ogni foggia e qualità, sprazzi di delirio d'onnipotenza, frasi prive di significato compiuto (anche leggendole al contrario), insomma, il puro nonsense.

Oggi mi sono imbattuta quindi in due annunci lavorativi prodotti, evidentemente, da uno scrittore bloccato.
Ve li sottopongo, perché il mondo ha bisogno di sapere.

Graziosamente tratto da qui.

E va be', sono evidentemente dei morti di fame, è stato tradotto dal Tamil col traduttore di Google, l'inserzionista era ubriaco, tutto quello che volete. Grasse risate, però.

Poi ho visto l'altro annuncio. Pubblicato, in maniera abbastanza ufficiale, su un utilissimo (social) network professionale che tutti noi usiamo per una non meglio specificata ragione. Delirante, sebbene scritto - almeno questo, per fortuna - in italiano. Insomma, non sembra uno scherzone, è tutto vero (salvo smentite da parte dei signori con la mela che fa tendenza).
E allora, ecco a voi:

Fortunosamente reperito qui.



Ora, dato che sono un po' ignorante, mi sono limitata a dire "Ma che minchia significa esperienza trasformazionale?". Ho cercato su Google per chiarirmi le idee e sarebbe stato meglio non farlo. Avete presente quelle parole usate per fare figo, sulla stessa lunghezza d'onda dei termini inglesi utilizzati in maniera assolutamente gratuita soprattutto da chi l'inglese non lo sa? Ecco, una cosa del genere. E non posso fare altro che chiedermi una cosa, una sola. Quelli che hanno risposto all'annuncio, che faccia hanno fatto quando hanno letto dell'"esperienza trasformazionale"? (Io ho fatto quella lassù, per esempio). Ma soprattutto, sono pronti ad unirsi alla retail revolution?