venerdì 20 gennaio 2012

Ma ve l'ha detto il medico?

Premessa: questo blog è (e vorrebbe essere) aperto alle testimonianze dei lettori. Testimonianze da verificare o da prendere in quanto tali (racconto da parte di un singolo), ma che purtroppo stentano ad arrivare. Molti si limitano a dire "eeeh sapessi quante ne sono successe a me", però poi non se la sentono di raccontare il tutto (anche anonimamente, chiaro) in modo che io possa pubblicarlo qui. Mi rendo conto che questo blog non è "Le Iene" o "Striscia la Notizia" (e ne sono felice) e mi rendo anche conto del fatto che sia difficile parlare di sé ed esporsi. Per questo motivo sono costretta a parlare di me e delle mie esperienze, per quanto non ami l'idea di far diventare questo blog un serbatoio dei miei piagnistei: per quello ci sono già il bagno del mio monolocale ed il mio account di facebook. Ma comunque.

Oggi scriverò una riflessione ottusa e provocatoria, conforme alla mia persona. Eviterò di scendere nei dettagli per varie ragioni e perché in fondo, in questo contesto, non è importante conoscere un nome o vedere lo screen di un annuncio. E perché farò riferimento a due colloqui di lavoro che ho avuto negli scorsi giorni con persone (e modalità) molto diverse. In entrambi i casi, persone assolutamente sincere e trasparenti, quindi almeno per una volta, non posso parlare di annunci-truffa.

In un caso, ho rifiutato senza pensarci l'offerta di lavoro fatta, che consisteva in una collaborazione giornalistica che prevede un periodo di prova non retribuito di ben sei mesi. Circa 48 pezzi. Successivamente, articoli a 7€ lordi. Grazie tante, ma manco per il cazzo.
Nel secondo caso si trattava di un incontro conoscitivo e non ho davvero idea di come sia andato. Diciamo che mi crocifiggerei per i pollici pur di ricevere un riscontro positivo fra qualche mese, una convocazione, qualcosa insomma. Nel corso di entrambi i colloqui, ho parlato di questo blog (la faccia delle persone quando dico il nome è qualcosa di indescrivibile: delizioso. Sono orgogliosa di me) e di come la penso sul lavorare aggratis. Ho avuto modo di confrontarmi con persone che si trovano anche dall'altra parte, pur avendo vissuto in prima persona lo stesso disagio che ho vissuto io. Insomma è come se, avendo subito un trauma, dovessero infliggerlo a loro volta. O non potessero farne a meno, costretti dalle circostanze.
Mi è stato spiegato che se le cose funzionano così nel mondo del giornalismo (ma il discorso può benissimo estendersi ad altri settori afflitti dalla carenza di risorse e dall'esubero di "manodopera" disponibile in cerca di collocazione) è perché non c'è mercato, non ci sono soldi. Non ci sono scappatoie. Le cose stanno così, i giornalisti sono troppi, i soldi a disposizione dei giornali pochi e dover spartire la torta in centodieci mila non aiuta.

Mi è venuta in mente, a questo punto, una frase che ho letto e mi è stata rivolta in più occasioni, da varie persone. Che mi ha fatta un po' incazzare, ma anche riflettere.

"Ma a voi, ve l'ha detto il medico che dovete fare i giornalisti? Magari gratis, rovinando la piazza ai colleghi? Siete troppi, andate a fare altro".

A me il medico ha detto solo che devo stare calma, sennò è ovvio che poi mi vengano i conati di vomito quando mi girano i coglioni. Ad ogni modo, farò mia questa frase e girerò la domanda agli editori e ai direttori dei grandi giornali (e non a quelli della piccola stampa indipendente, che sono un caso a parte e meriterebbero l'assunzione al cielo - essendo impensabile quella contrattuale) che non leggeranno mai questo post, lo so bene, ma chiederò lo stesso:

"Ma a voi, ve l'ha prescritto il medico di fondare o mantenere aperto un giornale senza soldi, cercando manovalanza a costo zero? Soldi non ce ne stanno: andate a fare altro".

domenica 15 gennaio 2012

"Uno stage serio, senza "fotocopie" o altre simili amenità..."


Sottotitolo: storia di un annuncio che piglia un po' per il culo. Ma solo un po'.

Premessa: ho una pessima memoria selettiva. Anzi, una memoria selettivamente pessima. Nel senso che è davvero per me difficile ricordare alcune cose - anche molto importanti, ad esempio: le capitali degli stati, l'ubicazione delle città italiane nelle rispettive regioni, i nomi delle persone (famose e non); e ancora, essere puntuale e vigile con alcune azioni abitudinarie tipo: mangiare, bere il caffè subito dopo averlo preparato, cambiare il rotolo della carta igienica quando termina, prendere l'ombrello quando piove o gli occhiali quando c'è il sole, guardare fuori dalla finestra per vedere se piove, fare gli auguri in occasione del compleanno altrui (anche se me lo annuncia facebook), mettere a frutto i buoni propositi diligentemente elencati in una lista, recuperare la lista dei buoni propositi posata chissà dove. E via discorrendo. In compenso, ho una memoria d'elefante in altri contesti. Ad esempio tendo a ricordare un volto anche per molto tempo, a riconoscere persone incrociate casualmente dopo anni. Credo sia memoria visiva: mi succede in effetti con tutto ciò che vedo. Perché questa lunga divagazione? Perché sto per raccontarvi una breve disavventura legata, come di consueto, agli annunci lavorativi un po' furbetti e ad alcuni collegamenti mnemonici e visivi che mi hanno permesso di esclamare, ancora una volta: ma vaffanculo.

Praticamente è andata così: vedo un annuncio su internet, per la precisione questo:




"Cerchiamo redattori per stage di tre mesi da inserire nella nostra redazione nell'area CINEMA per testate web e periodici distribuiti in edicola su tutto il territorio nazionale. Si richiede ottima capacit‡ di scrittura, grande passione e competenza nel settore cinema, buona comprensione della lingua inglese scritta e buona cultura generale. Non sono richieste precedenti esperienze nel settore, anche se costituirà titolo preferenziale averne. Se interessati, inviare curriculum vitae e articolo di prova (recensione film a piacere, anche già edita) al seguente indirizzo [...]"

E lì scatta il primo "campanello mnemonico". Questo annuncio l'ho già visto, sì, lo ricordo. Certo è difficile ricordare tutti gli annunci che vedo (per motivi di tempo e di egoismo, mi limito al settore comunicazione-giornalismo ma se potessi spazierei molto di più) considerando che ricevo almeno 5 mail al giorno da altrettanti siti di annunci. Ma ecco, la memoria visiva, la mia dote inaspettata esce fuori in tutto il suo splendore. E infatti, avevo già visto quell'annuncio probabilmente qualche ora prima, solo un po' diverso. Avevo salvato link, la versione furbo-punto-zero se vogliamo chiamarla così, nell'apposita tabella dei link che aggiorno scrupolosamente quasi ogni giorno. E trovo questo:




"Cerchiamo redattori per stage non retribuito da inserire nella nostra redazione nell'area LIFESTYLE per periodici distribuiti in edicola su tutto il territorio nazionale. Si richiede ottima capacità di scrittura, grande passione e competenza nel settore (ENOGASTRONOMIA, WELLNESS, FITNESS, MODA E SPETTACOLO), buona comprensione della lingua inglese scritta e buona cultura generale. Non sono richieste precedenti esperienze nel settore, anche se costituirà titolo preferenziale averne. Se interessati, inviare curriculum vitae e articolo di prova (su argomento a piacere, anche già edito, in uno dei settori sopra elencati) al seguente indirizzo [...]"

Mh. L'azienda è la stessa, cambia il settore di riferimento ed il piccolissimo, trascurabile dettaglio testuale, quel "non retribuito" che poi in fondo può voler dire tutto e niente (il linguaggio utilizzato negli annunci è un mondo a parte che guarda con derisione e disprezzo gli universi lontani della grammatica, della semantica e del buon senso, correndo spensierato sui verdi prati della fantasia; ne parlerò prossimamente in un post dedicato). Insomma, qui urge verificare. Dato che, una volta tanto, l'azienda esiste e ho quindi un incentivo per mandare una mail senza temere uno tsunami di spam (qui vi spiego perché), mi prendo di coraggio e mando una mail. Mi presento, allego gli articoli richiesti, allego il curriculum, saluto cordialmente (l'educazione prima di tutto).

Poco dopo arriva la risposta (e contestualmente le risate della sottoscritta, risate fino alle lacrime):

"Gentile Ornella,la ringrazio per averci contattato. Al momento, sono aperte solo due posizioni per stage in redazione. Qualora lei fosse interessata, il suo profilo e le sue competenze la renderebbero di certo una candidata idonea.
Non sarebbe uno stage finalizzato a un inserimento professionale ma potrebbe preludere a una successiva collaborazione esterna, oltre a garantirle un alto valore formativo (è uno stage serio, senza "fotocopie" o altre simili amenità...) e una presenza nel colophon di diverse testate distribuite in edicola a tiratura nazionale. Lo stage ha durata di tre mesi, non prevede rimborso spese, ma prevede una certa flessibilità, potendo scegliere se effettuarlo full time o part time, ed anche a distanza (in queste ultime due modalità la durata sarà di sei mesi). Se interessata, può contattarci in redazione [...]"

Mentre mi sbellico dalle risate per la risposta ricevuta però, il cervello si mette in moto nuovamente (con molte difficoltà, ben inteso) ed ecco che, con l'insistenza tipica dei disturbatori della domenica mattina, si mette a trillare alacremente il campanello mnemonico. Un altro, e nel giro di poche ore. Cerco di superare i limiti posti dai miei neuroni ed ecco che un'altra immagine si rivela con la forza di un'epifania: anche questa risposta, l'ho già letta prima. Si tratta del post di un altro blog dedicato al non-lavoro. La risposta è dannatamente uguale. Ctrl+c e poi ctrl+v il copiaincolla della presa per il culo. E menomale che non facevano fotocopie.



PS: giusto per la cronaca, la mia pacata risposta, che al momento non ha ricevuto repliche, è stata questa:

"Salve,
decisamente non mi interessa seguire uno stage senza rimborso spese e senza prospettive di inserimento e dal valore formativo talmente alto che si può effettuare anche a distanza, non sono interessata a candidarmi presso un'azienda che manda le stesse risposte preconfezionate a più persone (a prescindere dal loro livello) e che non legge bene nemmeno i curriculum. Perché sono certa che se avesse guardato bene, avrebbe notato che proprio sotto il mio nome-cognome-indirizzo-telefono c'è scritto "Il mio blog: http://b-lowjob.blogspot.com/ " e date le tematiche trattate ci avrebbe pensato due volte prima di rispondere, secondo me. Tengo a precisare che questa mia non deve essere interpretata come mail rancorosa colma di presunzione; io non credo di essere così brava e preparata e pronta da voler lavorare da subito con retribuzioni da capogiro. Semplicemente, ormai lo stage non è più per studenti e neolaureati alle prime armi (che a mio modesto avviso non dovrebbero essere considerati carne da macello solo perché non hanno la tanto agognata esperienza): è solo un comodo serbatoio di volontari per mandare avanti la baracca. E parlo ovviamente di tutte le aziende.
Buona furbizia, saluti".

E che peccato, ero pure una candidata idonea. Va be'.



giovedì 12 gennaio 2012

Chi la dura, la perde.




Hey gente, abbiamo ottenuto dei risultati! Prima di fare la ola, però, lasciate che vi racconti brevemente gli antefatti. Stappiamo dopo lo spumante.

C'è questo simpatico sito di annunci su internet, si chiama Lavori Creativi ed è dedicato a "tutti coloro che lavorano nella comunicazione in Italia". Si tratta di un sito ben strutturato, ordinato, gradevole, che ha uno spazio apposito per ogni necessità: i creativi possono inserire il portfolio, le aziende possono inserire annunci, c'è un forum ma soprattutto c'è - udite udite - la possibilità di feedback sugli annunci da parte dei lettori attraverso i commenti su facebook. Avete capito bene: ognuno poteva commentare l'annuncio attraverso il proprio account facebook e dire la propria. Ora, dato che la maggior parte degli annunci riguardava "stage non retribuiti" o "lavoro che non prevede retribuzione", annunci da parte di aziende non esistenti (ne parlo qui e qui) diramati accuratamente in tutte le città dell'intera penisola italica solo per riuscire ad ottenere furbamente quanti più indirizzi email e dati possibili; insomma, dato che lì ci si trovava a leggere un mucchio enorme di stronzate e difficilmente annunci validi, potrete immaginare il tenore delle risposte e dei commenti. C'era addirittura un certo personaggio, che ho ribattezzato "il Castigastronzi" che rispondeva in maniera creativa e coraggiosa a questi annunci-fuffa e scriveva, scriveva tantissimo e alla fine molti di noi andavano su quel sito anche per leggere i suoi commenti e farsi una risata, per consolazione.

E insomma, lo scorso 3 gennaio, appare sulla pagina facebook di LC uno status sibillino:

" Il sito è purtroppo irraggiungibile a causa di un attacco informatico che ha compromesso l'interno server. Stiamo lavorando per cercare di ripristinare la situazione al più presto ".



"Si tratterà della vendetta di un esperto informatico francamente stufo di vedere quegli annunci oppure gli archivi segreti di LC fanno più gola di quelli della casa bianca?" - penso io. Poi ci rifletto un attimo e dico: "Ma vuoi vedere che mo' scompariranno magicamente tutti i commenti insieme alla mascherina dei commenti di fb?". E infatti, casualmente, così è stato. Niente più commenti.

Gli utenti sono ovviamente felicissimi di tutto ciò e quindi il team di LC pazientemente e democraticamente si mette a spiegare cos'è successo:

"STOP COMMENTI
A malincuore il team di LavoriCreativi ha deciso di sospendere agli utenti la possibilità di commentaregli annunci del sito tramite Facebook ed eliminaremo tutti i commenti futuri che arriveranno sulla bacheca.

Questa scelta è dovuta ad alcune persone che ne hanno abusato, ad utenti con account fasulli e concorrenti che hanno lasciato commenti maleducati ed offensivi verso il sito e le aziende serie che lo usano solo per i propri interessi

Questi strumenti social erano stati introdotti per scambiare, come community,info sulle aziende e opinioni in modo professionale volte ad individuare la minoranza di offerte poco serie che entrano nel sito, affinchè la community stessa le isolasse.

Speravamo che i nostri continui sforzi e investimenti, per fornire un servizio gratuito e super partes, evidenziassero l’impegno ad aiutare chi cerca e offre lavoro. Non riteniamo di dover accettare insulti gratuiti sulla nostra stessa bacheca e sulle pagine del nostro stesso sito.

NON RISPONDETE A QUESTO POST, OGNI COMMENTO SARA' ELIMINATO."



Evviva evviva! Brindiamo gente, perché abbiamo ottenuto dei risultati: l'unico sito diverso dagli altri che offriva delle piccole ma concrete possibilità di difendersi ai poveri disgraziati in cerca di lavoro, ora è un sito come tutti gli altri! Vai col trenino.

PS: Ormai da alcuni giorni sto cercando di contare tutti i siti e le pagine che, se dovessero comportarsi come ha fatto LC - ossia offendersi quando ricevono insulti e togliere la possibilità di inserire i commenti - subirebbero di fatto un drastico calo di popolarità e si rivelerebbero clamorosamente anti-social. E perdo continuamente il conto, sono troppi.
PPS: Messaggio criptato (ma non troppo) per LC :



giovedì 5 gennaio 2012

La firma, un onore.





Ispirata da annunci di questo tipo (ma ce ne sono tanti altri: man mano che li trovo li metto qui, non temete: lo sputtanamento è democratico)

(Qui)

ho capito, finalmente, che firmare un proprio articolo è un onore. Cioè, se non ti pagano, ma almeno ti permettono di far sapere al mondo che sei stato tu, tu e nessun altro a dare un valore aggiunto al sito/blog di turno, se non ti pagano, ma nemmeno permettono che altri si prendano meriti che non hanno, c'è solo da ringraziare!

E basta con le menate da rompicazzo perfettina e un po' frustrata che si trova a leggere queste cose mentre va ingenuamente alla ricerca di lavoro su internet: insomma che importanza ha se esiste una figura, quella del ghost writer, che - ovviamente al di fuori delle nostre lande, per lo più - esiste, ha una sua consistenza di fronte al mondo e di fronte al fisco, è fatta di nomi e cognomi (perché il ghost writer non è un tesserato della P2, è una persona che per lavoro scrive testi che altri utilizzeranno e non deve nascondersi, non ruba e non fa nulla di male) ed appartiene ad una realtà fatta di stipendi, anche? Non importa. Qui non si viene pagati ma la strada per la gloria è lì, ci aspetta a braccia aperte e dita medie sollevate. Su questo ci metto la firma. E anche sul mio blog.



Ornella Balsamo